USCIRE DALLA DEPRESSIONE
Psicoterapia della
depressione
La psicoterapia è un trattamento utile
ed efficace nel trattamento della depressione sia da sola che in associazione a
terapie farmacologiche. La psicoterapia può essere utile quando:
- Il
soggetto ha risposto positivamente ad una precedente psicoterapia o che sia ben disposto ad affrontare un percorso.
- E'
disponibile un terapeuta esperto ed addestrato
- Ci sono
controindicazioni mediche all'assunzione di farmaci
- Il
soggetto preferisce un trattamento psicoterapeutico ai farmaci e la sua
depressione non è grave e non presenta sintomi psicotici.
Nella maggior parte dei casi le
psicoterapie indicate per la depressione hanno come bersaglio i sintomi
depressivi o problemi interpersonali o
psicosociali correlati alla depressione.Tutte le psicoterapie di dimostrata
efficacia sono: limitate nel tempo, focalizzate sui problemi attuali, hanno
come obiettivo iniziale e principale la risoluzione dei sintomi piuttosto che
un cambiamento della personalità.
Psicoterapia
comportamentale.
La terapia comportamentale pone
attenzione in particolare sul miglioramento delle abilità sociali e di quelle
di comunicazione e sulla diminuzione delle esperienze di vita negative o
spiacevoli. Un programma di terapia comportamentale prevede tecniche per
cambiare i comportamenti e monitorare le attività quotidiane. Questi tipi di
programma prevedono un aumento progressivo della difficoltà delle attività che
il paziente deve compiere ed aiuta ad identificare soluzioni comportamentali
alternative a modelli di comportamento controproducenti.
È stato dimostrato che depressioni poco
gravi rispondono in modo positivo ad alcune tecniche di tipo comportamentale
quali:
Pianificazione e registrazione di
attività piacevoli.
Le persone depresse spesso si trovano a
perdere interesse per l’ambiente che li circonda e per le diverse attività e si ritirano a livello sociale.
Questo comporta un duplice effetto: la persona non può più godere degli effetti
antidepressivi legati al fatto di compiere delle attività e si priva della possibilità di trarne godimento e di provare piacere. Inoltre, una
persona socialmente isolata viene lasciata a se stessa a pensare alla propria
infelicità, rinforzando in questo modo il proprio punto di vista riguardo alla
situazione in cui si trova. L’elenco degli eventi piacevoli comprende una serie
di attività: si tratta di elaborare una scheda giornaliera in base ad attività
che precedentemente piacevano al soggetto e nel fare un programma per
praticarle.
L'attività fa sentire meglio e distrae dai problemi e pensieri
negativi, l'attività è di stimolo a fare di più. Nonostante
questi vantaggi risulta spesso molto difficile ai soggetti depressi aumentare i
livelli di attività a causa dei loro pensieri pessimistici e negativi; essi
possono pensare "non mi piacerà", "è troppo difficile"
ecc.Il coinvolgimento dei familiari può essere utile per superare queste
difficoltà aiutando a pianificare le attività, ricordando il programma e dando
incoraggiamento nonché partecipando alle attività stesse.
Problem solving strutturato
Gli individui depressi spesso fanno più
fatica a concentrarsi e perciò anche la soluzione di piccoli problemi di vita
può rivelarsi molto difficile. Spesso la depressione e la sensazione di essere
senza speranza sono così gravi e persistenti che gli individui possono
convincersi che non vi sia soluzione ai loro problemi.
Lo scopo del Problem Solving consiste
perciò nel fornire all'individuo un metodo sistematico ed efficace per
affrontare e risolvere i problemi di vita quotidiana.
L'uso di questa tecnica non è riservato
agli episodi di stress e depressione ma può essere utilizzato nella vita
quotidiana aiutando a prevenire difficoltà e stress che potrebbero favorire
nuovi episodi psicopatologici.
Il metodo “a sei-tappe ” del problem
solving strutturato.
Il processo del problem solving prevede
le seguenti fasi:
- Identificazione del problema
Dare una chiara definizione del problema o dell’obiettivo che si vuole
raggiungere è un passo di fondamentale importanza nel problem solving. La
definizione del problema o dell’obiettivo aiuta a focalizzare il pensiero sul
risultato concreto che si desidera ottenere ed a ridurre la possibilità di
andare fuori strada. Inoltre definire in modo chiaro il problema o l' obiettivo
renderà più facile riconoscere quando esso sarà stato raggiunto o risolto. E' fondamentale:
Considerare soltanto un problema alla
volta. Se durante una sessione di problem solving emergono altri problemi essi
dovranno essere affrontati in una sessione successiva.
Evitare di cercare di risolvere il
problema a livello di questo stadio iniziale: ciò ti potrebbe portare fuori
strada.
Applicare i principi di pianificazione
dell’obiettivo.
- Generazione di soluzioni mediante brainstorming
Il brainstorming è un metodo mediante il
quale gli individui propongono una svariata serie di soluzioni alternative al
problema. Piuttosto che provare a pensare alla soluzione migliore o ideale
l’individuo può elencare qualsiasi idea gli passi per la mente, incluse quelle
che gli sembrano poco utili o addirittura assurde. Occorre incoraggiare i soggetti
ad usare la propria immaginazione. Anche se una soluzione all’inizio può
sembrare ridicola, l’idea può aiutare a trovare soluzioni migliori di quelle
che appaiono più ovvie. In questa fase del problem solving le soluzioni non
vengono discusse, ma vengono solo elencate.
- Valutare le soluzioni.
Questa fase prevede una breve
discussione dei vantaggi e degli svantaggi di ciascuna soluzione. Non è
necessario scrivere ogni singolo punto, ma semplicemente scorrere velocemente
la lista delle soluzioni prendendo nota dei punti di forza e di debolezza di
ciascuna. Nessuna soluzione sarà perfetta poiché ogni buona idea avrà anche
alcuni difetti, per esempio richiederà tempo o denaro o capacità che gli
individui non hanno in quel momento. Inoltre anche le peggiori idee
presenteranno comunque alcuni vantaggi. Per esempio possono essere facili da
applicare, ma non risolvere realmente il problema nel lungo periodo.
- Scegliere la soluzione ottimale
Lo scopo di questa fase consiste nello
scegliere la soluzione o combinazione di soluzioni che risolveranno il problema
o raggiungeranno l’obiettivo. Nella maggior parte dei casi è utile che
l’individuo scelga una soluzione che possa essere facilmente messa in pratica
anche se questa soluzione potrebbe non essere la soluzione ideale. È importante
che gli individui possano iniziare a migliorare. Sebbene il problema possa non
essere risolto immediatamente la soluzione può comunque aver fatto ottenere un
risultato positivo e quello che si è imparato da questo primo tentativo può essere
utile per la seconda occasione. Questo approccio è preferibile rispetto a
scegliere una soluzione destinata a fallire perché chiaramente troppo
ambiziosa.
- Preparare un piano.
Preparare un dettagliato piano d’azione
aumenta di molto la possibilità che il problema venga risolto. Anche se la
soluzione prescelta è eccellente, essa non sarà di alcuna utilità se non viene
messa in pratica. La più comune ragione di fallimento è la mancanza di un piano
di azione. È perciò necessario che gli individui spendano un po’ di tempo per
questa fase di pianificazione. È utile che il piano di esecuzione abbia
risposto ad alcune domande di base:
- L’individuo
ha tutte le risorse necessarie (per esempio tempo, denaro, abilità) o può
fare ricorso ad un aiuto esterno?
- L’individuo
ha ottenuto l’accordo a collaborare delle altre persone a cui è rivolto il
piano?
- Tutti
quelli che sono coinvolti nel problem solving sanno esattamente che cosa
devono fare e quando farlo?
- Sono
state prese in considerazione tutte le possibili difficoltà?
- È stato
previsto che cosa fare per affrontare le difficoltà previste?
- Ci si è
esercitati sulle parti più difficili del piano (per esempio fare le
telefonate o preparare un discorso)?
Sono state riviste tutte le fasi del
piano? Se il piano coinvolge molte persone è utile nominare un coordinatore che
verifichi i progressi e le difficoltà e ricordi agli altri le cose che devono
fare.
Questa parte del piano prevede che
ciascuno abbia dato prima il suo accordo su cosa dovrà fare e sappia che gli
verrà ricordato.
- Verifica del piano.
Il problem solving è un processo
continuo poiché spesso i problemi non vengono risolti né gli obiettivi
raggiunti al primo tentativo. Non tutte le possibili difficoltà ed ostacoli
possono venire previste e così verifiche periodiche sono necessarie per
affrontare difficoltà inattese. Potrebbe essere necessario cambiare alcune cose
da fare o altre dovranno essere aggiunte. È anche importante lodare tutti gli
sforzi che sono stati fatti, ricompensare tutti coloro che sono stati coinvolti
nel lavoro che è stato fatto facilita il fatto che il processo venga attuato e
che i problemi vengano risolti in futuro.
Quando la cose non vanno come è stato
previsto è utile:
- Chiedersi
che cosa è andato storto
- Chiedersi
che cosa è andato bene
- Chiedersi
quali strategie alternative potrebbero essere usate
Incoraggiare gli individui a riconoscere
e ad esprimere il loro disappunto, ma non permettere che il disappunto si
trasformi in una catastrofe
Le difficoltà sono generalmente dovute
ad una inadeguata strategia di pianificazione piuttosto che a incapacità delle
persone. Ciascuno fa il meglio che può fare.
Considerare ogni tentativo un successo
parziale piuttosto che un fallimento
Considerare un successo parziale come un
esercizio pratico e un’utile esperienza di apprendimento
Incoraggiare l’individuo a provare
ancora il più presto possibile.
Terapia
cognitivo-comportamentale
Come viene utilizzata la terapia
cognitivo-comportamentale e quanto è efficace?
Il trattamento psicologico più
ampiamente studiato per la depressione è la terapia cognitivo-comportamentale,
spesso denominata semplicemente terapia cognitiva. In pratica la terapia
cognitivo-comportamentale prevede generalmente tra le 15 e le 30 sedute
nell'arco di 12-24 settimane.
Le persone depresse hanno tipicamente
una visione negativa di se stessi, del mondo e del futuro.
Lo scopo della terapia cognitiva
consiste nell'identificare e prendere consapevolezza di questi tipi di pensiero
dannoso per rimpiazzarli con pensieri più realistici, razionali e utili.
Nel corso della terapia il paziente
viene incoraggiato a fare attenzione ai suoi comportamenti e ai pensieri e
emozioni ad essi associati. L’idea è di aiutare i pazienti a capire la
connessione tra questi pensieri ed emozioni e i loro comportamenti. I pazienti
e i terapeuti esaminano le convinzioni sottostanti i pensieri positivi e
negativi e l’obiettivo è quello di modificare i pensieri negativi che portano
alla depressione. Il cuore della terapia consiste nel mantenere i pensieri
positivi e combattere quelli negativi, ed allo stesso modo i comportamenti, che
caratterizzano la depressione. Vengono inoltre utilizzati nei programmi di
terapia cognitiva le tecniche comportamentali sopra descritte.
In generale la terapia
cognitivo-comportamentale è un trattamento efficace per la depressione come
confermato da molti studi condotti in ogni parte del mondo.
Ad ogni modo nei pazienti con
depressione più grave il miglior trattamento rimane la terapia farmacologica in
combinazione con la terapia cognitivo-comportamentale.
La cosa più importante da ricordare
circa la terapia cognitivo comportamentale è che l’efficacia pratica dipende da
quanto è preparato il terapeuta. La terapia cognitiva è molto di più del
“potere del pensiero positivo”. Ogni terapeuta che utilizza questa tecnica deve quindi
essere addestrato in modo adeguato a questa tecnica prima di utilizzarla.
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